L’ascolto della persona, dei suoi bisogni e dei suoi sogni, alla base di qualsiasi realizzazione d’interior residenziale. È questo l’inedito approccio progettuale del cosiddetto metodo Interior-D, nato dall’incontro tra uno psicologo, Tito Sartori, e un architetto, Carla Palù.
Se ne è parlato al talk “Contaminazioni disciplinari tra architettura e psicologia” organizzato in occasione dei Brera Design Days presso la showroom milanese del brand ceramico Ariostea. Protagonisti, i due ideatori, che hanno approfondito il concetto applicato al mondo della progettazione contemporanea.
“Tutto nacque - ha spiegato Carla Palù - da un episodio accaduto durante un lavoro di ristrutturazione in cui mi sono resa conto del peso importante che le emozioni e i desideri delle persone hanno sul modo di vivere uno spazio privato come la casa. E ne ho parlato con un amico psicologo, Tito appunto. Insieme abbiamo lavorato sulle intersezioni disciplinari tra le nostre specifiche competenze, esplorando l’idea di approcciare i committenti con un progetto di interior design che partisse da una dimensione interiore. Abbiamo costruito un metodo di analisi utilizzando questionari, schemi, giochi ed interviste che ci permette di conoscere le reali aspettative dei nostri committenti e di raccontare la loro storia, rendendoli protagonisti del progetto. A questo punto le soluzioni architettoniche diventano gli elementi principali condivisi attorno ai quali si sviluppa la nuova abitazione.”
“Quando un cliente chiede ad un architetto un progetto di ristrutturazione – prosegue l’architetto - in realtà chiede molto di più che un consiglio sull’arredo; si immagina delle situazioni future di vita e le emozioni che in questi nuovi ambienti vuole vivere: calore, luminosità, accoglienza, benessere. Lo spazio domestico è qualcosa che ha a che fare con le relazioni delle persone. In casa bisogna stare bene per stare bene anche con gli altri”.
“Carla ed io - aggiunge Tito Sartori- siamo un sistema (architetto-psicologo) che introduce delle perturbazioni in altri sistemi (le famiglie) con curiosità. Questo processo è circolare, ricorsivo e riflessivo. Diventa un processo di co-costruzione della realtà (e dell'abitare), nel rispetto di punti di vista e professionalità diverse.”
Interior-D consiste dunque in un approccio sistemico che precede la progettazione e mira a coinvolgere tutti i protagonisti del cambiamento in un dialogo dove lo psicologo entra in gioco nello stimolare domande e riflessioni sui bisogni individuali, della coppia e della famiglia, spesso inespressi.
La ristrutturazione, ad esempio, si rivela una preziosa opportunità dall’effetto “terapeutico” per implementare il benessere della persona all’interno degli spazi domestici. In questo frangente grande attenzione è posta anche alla scelta dei materiali, come mezzi di percezione e sensazione, nonchè interpreti delle priorità ed esigenze del committente.